martedì 6 luglio 2010

La morte di un poeta di strada.

Una bottiglia di vino di pessima qualità
il sorriso del barbone lì vicino, la mia stupidità.

“Ti resta poco, poeta…” pensavo tra me,
contando le stelle che sono in cielo,
ridendo ubriaco anche se
scappavo dalla morte avvolto in un telo.

Cos’hai avuto da questa tua vita ?
Cosa volevi ottenere ?
Solo un foglio ed una matita
e scrivere giornate intere.

La vita m’ha fatto interprete di momenti
Di attimi belli, vissuti felici e contenti
Di anime perse, di risse, di cuori rotti
Periodi di carestie e cattivi raccolti.

Ma a me che m’importa della tempesta
Sempre son stato in un bar a far festa
Fino al mattino, svegliandomi sul cuscino
Di mille ragazze che non ricordo nemmeno.

Son stato cantore d’odio e d’amore, screzi, tradimenti e litigi,
di tranci di nulla, di coppie, di barboni e d’amici.
Non ho mai cercato fortuna, né gloria alcuna, sono nomade per natura
Ricordi solo brutti, tristi e sfatti, adesso ho paura.

Quest’esistenza così travagliata
Questa malizia tanto proibita
Sotto questa fredda nevicata
Saran queste a rubarmi la vita ?

Una mano di ghiaccio sfiora il mio cuore
La morte s’avvicina gridando terrore.

Ladro d’emozioni, immaturo, eterno vagabondo
Pazzo anarchico, ho girato tutto il mondo,
Ma per le vie di Parigi son destinato a finire
dolce culla di un poeta che sta per morire.

L’ultimo soffio di ghiaccio lo regalo al vento
Alla neve lascio il mio corpo e questo momento
Ridotto uno straccio ti devo lasciare,
dolce bambina, io adesso devo andare

perché ho bevuto l’ultima bottiglia proibita
mi ha dato piacere, ma s’è presa la vita …
perché ho bevuto l’ultima bottiglia proibita
mi ha dato piacere, ma s’è presa la vita …

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